Vitello tonnato gourmet

Dana (Kimberly Williams-Paisley): “Da quando in qua hai il palato sensibile? Una volta ti ho visto mangiare un chilo di maionese!” Jim (Jim Belushi): “Era super majo… e ho vinto ben dieci dollari.” dalla sit-com La vita secondo Jim, stagione 2 ep. 4
Perché ho voluto fare il vitello tonnato? In rete ci sono millanta milioni di ricette, anche io qualche anno fa ne avevo fatto una versione, vitello tonnato alla moda antica, fatto come si faceva prima di annegare quel povero vitello sotto colate di maionese.
Intanto dobbiamo fare un piccolo distinguo, come dice wibo c’è differenza fra vitello tonnato e vitel tonnè:
Il Vitello Tonnato è un piatto freddo della tradizione piemontese, a base di carne di vitello bollita, tagliata a fette e ricoperta con una salsa a base di maionese, tonno sott’olio, capperi. Il Vitello Tonnato ed il cosiddetto Vitel Tonnè non sono in realtà la stessa cosa, quest’ultimo infatti è un piatto di origine savoiarda sette-ottocentesco, il cui nome, francesismo maccheronico-sabaudo, deriverebbe dal francese tannè, conciato, accomodato ma anche scuro, quindi da intendersi come un vitello in salsa scura che è infatti il colore della salsa dato dalle acciughe. Le due ricette hanno comunque dei punti in comune, confusione che ha generato le infinite varianti di questa ricetta.
- avesse sapore
- non fosse grasso
- fosse appetitoso a vedersi
INGREDIENTI:
- sottofiletto o magatello di vitello 600 g
- mezzo bicchiere di vino bianco secco
- una scatoletta di filetti di tonno (intorno ai 160 g)
- 1 cucchiaio di olive taggiasche denocciolate
- 1 cucchiaio di capperi
- 4 cetriolini sott’aceto
- 2 carciofini sott’olio
- 6 alici sott’olio
- 2 cucchiai di maionese
- insalata valeriana
- olio EVO qb
- sale e pepe qb
- Prosecco di valdobbiadene
- Spumante bianco dell’Oltrepò Pavese
- Cirò Rosato di Calabria
- Freisa d’Asti
- Syrah DOC
PROCEDIMENTO:
1° step: la cottura della carne
Premetto che dal mio macellaio mi sono fatta dare un magatello che parlava da solo da quanto era bello. L’ho rifilato dal grasso in eccesso, quello spesso e duro che l’arriccia e che non è buono da mangiare, mentre un minimo di marezzatura l’ho lasciata, le carni troppo magre non si cuociono bene. Io volevo farlo con un sottofiletto, ma su consiglio del mio venditore di carne ho preso questo pezzo, pagato anche un pelino meno, e devo dire che è risultato vincente, proprio come diceva lui. Bisogna sempre fidarsi degli addetti ai lavori!
Prima di tutto però ho massaggiato il pezzo con del vino bianco, poi con del sale e pepe, e per ultimo con dell’olio EVO. Perché per ultimo? perché impermeabilizza, se l’avessi usato per primo gli altri ingredienti avrebbero fatto fatica a insaporire.
L’ho legato con uno spago, in modo da fargli avere una forma il più possibile regolare, per una cottura più uniforme e per un taglio il più preciso possibile.
Ho escluso del tutto la cottura in acqua, e dopo varie ricerche su internet ho optato per la cottura in forno. Ma l’incognita era: QUANTO TEMPO in forno? I forni sono diversi, i pesi delle carni sono diverse, è un attimo sbagliare…. poi l’illuminazione!
Credo di aver avuto quest’attrezzino perso nei meandri di un cassetto almeno da 25 anni, e si vede dalla forma, adesso li fanno molto più “moderni”. Un regalo della mia cara mamma che non ho MAI usato, ma che avendo un valore affettivo enorme non ho mai buttato. (io tengo tutti gli accessori da cucina con l’idea che “un giorno potranno servire”). Ho deciso di usarlo, perché tarare la temperatura al cuore della carne è un sistema esente da errori. Non ha importanza se i forni sono diversi o la carne ha un peso piuttosto che un altro, la temperatura al cuore è precisissima. E l’ho usato per la prima volta!
Stabilito che per far risultare la carne di un gradevole colore rosa dovevo farla cuocere fino alla temperatura di 58-60°, ho infilato il termomentro in modo che la parte finale, quella con la sonda, arrivasse più o meno a metà del punto più spesso, ho messo la carne in forno sulla griglia, con sotto una leccarda per recuperare eventuale liquido che cadesse. A dispetto di quando si dice che un pezzo di carne vada fatto prima “sigillare” su una pentola a fiamma alta da tutte le parti, io ho notato che il mio pezzo di carne non aveva perso nemmeno una goccia di liquido! Non l’ho sigillato perché non volevo un arrosto, con l’esterno croccante, ma volevo un pezzo di carne morbido e cotto perfettamente. E così mi è riuscito! Ricapitoliamo i vari passaggi, perché io come al solito sono prolissa anzichèno!
- rifiliamo la carne dal grasso troppo duro e spesso
- massaggiamola prima col vino, poi con un mix di pepe e sale, poi con l’olio
- leghiamola con dello spago per avere una forma il più possibile regolare
- accendiamo il forno a 150°
- inseriamo nella carne il termometro da arrosti, e la mettiamo sulla griglia, con sotto una leccarda
- la togliamo dal forno quando il termometro segnala che la temperatura interna è arrivata fra i 58 e i 60°
2° step: il condimento

Una bella cremina, e il sapore lo danno gli ingredienti. Missione riuscita! Piccola precisazione: il mix di ingredienti va fatto anche a proprio piacimento, io ho messo quello che ho usato io, che mi sembrava il più equilibrato possibile, ma se qualcuno vuole abbondare col tonno piuttosto che coi sott’oli rimane tutto nel gusto personale.
Il bello di questa cremina è il fatto di non essere eccessivamente unta e grassa, perché i sott’oli (alici, carciofini e olive) li ho fatti prima scolare, poi li ho tamponati con carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso. Ma il sapore era strepitoso! Una volta tanto un vitello tonnato che non sapesse solo di maionese e di unto, ma che fosse saporito di suo. E stiamo attenti con le olive taggiasche, sono molto invasive, infatti io ne ho usato solo un cucchiaio, ma sono buonissime! E donano quel tanto di gusto e di salinità che serve per chiudere un ottimo condimento.
3° e ultimo step: impiattiamo e serviamo
Affettiamo sottile sottile la carne. Io invece che optare per la solita presentazione fra l’affogato e l’annegato nella salsa, ho fatto in questo modo:
- su un vassoio spargiamo l’insalatina valeriana lavata e asciugata
- prendiamo una fetta di carne
- mettiamo nel mezzo un cucchiaio di condimento
- chiudiamo a metà
- adagiamola sul vassoio con l’insalata
- continuiamo fino a esaurimento delle fette
- filo d’olio EVO dappertutto
- se avete dei fiocchi di sale (maldon o fleur de sel) se no un pizzico di sale fino
- portate in tavola
- godetevi la OLA
- fate smettere gli applausi
- riportate in cucina il vassoio completamente vuoto
- chiamate C.S.I. per sapere dov’è andata a finire la carne con l’ultima foglia di valeriana
- godetevi il successo con aria sorniona (e perché no con un ottimo calice di Prosecco o di Gewürztraminer)
Ciao, sono Antonella. Ho provato a farlo seguendo la tua ricetta. E' stupendo! Ho fatto tutto tutto come avevi scritto, anche la temperatura dellac arne. Io lo faccio sempre il vitello tonnato ma davvero non l'avevo mai assaggiato cosi buono, ormai mi sono appropriata di questa ricetta 🙂 . Complimenti davvero.
Cara Antonella grazie davvero per le cosine carine che mi dici. Sono contenta che ti sia piaciuto, anche io quando l'ho assaggiato la prima volta sono rimasta piacevolmente colpita dalla leggerezza e dal gusto. Un abbraccio.