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Ultimo aggiornamento il 12 Novembre 2021 by Cristina Perrone
Ho trattato spesso i tartufi sul mio blog, nero o bianco che siano, perché fanno parte di una delle mie debolezze alimentari. Mi ricordo che in periodo puberale appena sentivo l’odore del tartufo facevo scene degne del Piccolo Teatro di Milano con regia di Giorgio Strehler. Simulavo conati di vomito, giravo per casa dicendo che schifo, che puzza, il frigorifero è posseduto da un calzino sporco, e via dicendo. Beata innocenza! E come cambiano le cose! Adesso per me il profumo del tartufo rappresenta la strada per arrivare al Nirvana. Non so definire come o quando sia cambiata, ma è successo, e ovviamente la cosa non può che farmi piacere!
Si lo so, il tartufo estivo è meno pregiato di quello invernale, meno profumato, ma è comunque un tubero che ha una sua nobiltà. Fra l’altro confesso di non averlo mai mangiato fresco, ma di aver sempre provato la varietà in vasetto, che fra le altre cose ne ha proprio pochi grammi. Ovviamente la mia preferenza va a Sua Maestà il tartufo bianco, che non ha eguali sia come sapore che come profumo. Lo assaggiai in maniera strepitosa in un ristorante a Milano anni fa: semplicemente affettato (e devo dire che ne affettarono veramente una quantità industriale!) su un semplicissimo risotto alla parmigiana. Anche quel giorno raggiunsi il Nirvana.
Ma stavolta usiamo lo scorzone o tartufo nero estivo. Ne avevo 4 medi, a questo punto dovevo solo decidere cosa fare, ovviamente inizio a creare una cena per due, e cerco di trovare qualcosa di particolare con cui sfruttare il tartufo nero estivo. Fra l’altro è un tartufo che dà il meglio di sé cotto, non come il bianco che va mangiato tassativamente crudo. L’altro mio commensale, il mio (ormai da una vita) compagno di merende delle mie cene strane e dalle quali ne esco sempre con un gran mal di schiena ma felice e soddisfatta, mi lancia una sfida provocatoria che più provocatoria non si può: inizia dicendomi che visto la quantità di tartufo più che un piatto dovremmo proprio fare una cena intera, e immediatamente penso a una cena a tema, protagonista il tartufo.
Ma poi, con occhio porcino e ghigno mefistofelico, mi dice: “…ma una cena a tema? tutta? dall’antipasto al dolce? Voglio proprio vedere!” Io d’impulso dico di sì, perché purtroppo se mi lanciano una sfida culinaria me l’acchiappo quasi sempre, e poi penso a come accidenti fare il dolce col tartufo!!! E pensa che ti ripensa, sono riuscita a trovarlo!!! Non ci avrei scommesso mezza lira bucata sul dolce con tartufo, ma come sempre succede in cucina bisogna assaggiare con la bocca, gli occhi non bastano: il dolce è stata un’esplosione di sapori che non avrei mai, nemmeno nelle mie fantasie più sfrenate, pensato potesse accadere!
Quindi la mia cena a tema, per onorare Sua Maestà il Tartufo Estivo, cugino del più regale bianco invernale ma non per questo privo di una sua intrinseca nobiltà, è stata fatta, e ho anche vinto la sfida, perché sono partita dall’antipasto e sono davvero finita al dolce!
Ed ecco le portate, e relative ricette, della mia cena a tema. Quanto mi sono divertita!
SALSA BASE:
Salsa al tartufo
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La prima cosa che ho fatto. Perché la userò per varie preparazioni, per cui dovevo averla pronta da usare, mica potevo farla tutte le volte. Sì che ci vuole poco tempo ma preferisco organizzarmi, specialmente quando faccio non un singolo piatto ma un’intera cena. E nonostante il tartufo nero sia il cugino minore di quello bianco, posso assicurare che in cucina aleggiavano di quegli odorini incredibili. Fra l’altro questa salsa con olio tiepido ha aumentato il profumo del tartufo, una vera goduria.
ANTIPASTO:
Tagliere di bruschette con salame di cinghiale
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Delle belle bruschette direi che sono l’antipasto perfetto. Ne ho fatte quattro con la salsa base al tartufo, quattro con del pesto di lardo, aglio e rosmarino, e poi ho messo in mezzo delle fette di salame di cinghiale. Pensavo che fosse troppo pane e che avrebbe riempito troppo, magari ne avrei messo in frigo la metà. Pensiero completamente sbagliato, l’ho riportato indietro vuoto!
PRIMO PIATTO:
Strangozzi umbri con salsa al tartufo
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Il mio primo piatto sono gli Strangozzi, o Strengozzi, tipici umbri. E’ una pasta fresca senza uova, fatta solo con farina e acqua. Il veicolo perfetto per portare a contatto delle nostre papaille gustative i profumi e i sapori del tartufo. Conditi semplicemente con la salsa al tartufo sono celestiali. Se non fosse che c’erano altre portate avrei volentieri fatto il bis.
SECONDO PIATTO:
Agnello marinato al tartufo con patate al tartufo
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Ecco come trasformare un normalissimo agnello al forno con patate in qualcosa di veramente succulento e profumatissimo. Scaglie di tartufo nero nella marinata della carne, e altrettante nelle patate. Mai come in questo caso vale la frase “Melius est abundare quam deficere”.
CONTORNO:
Panna cotta ai funghi con salsa al tartufo
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Questo è un di più che avevo voglia di fare, perché volevo qualcosa di morbido e cremoso. Direi che funghi e tartufi si sposano egregiamente insieme.
DOLCE:
Gelato al brandy con scaglie di tartufo
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Posso dire che è stata la portata che più ci ha sorpresi? Molto interessante tutto l’insieme, ed estremamente voluttuoso. Dopo aver mangiato tutti alimenti caldi, provare il tartufo con un alimento gelato ci ha piacevolmente sorpresi.
Considerazioni finali:
Una cena veramente interessante. Devo anche dire che non mi sono ammazzata più di tanto col lavoro, perché mi sono organizzata sin dal giorno prima. Interessanti i sapori, interessanti le consistenze e le varietà. Devo ammettere che mi piacerebbe rifarne una simile ma col tartufo bianco, cosa che credo difficilmente accadrà. Perché quattro palline di tartufo nero estivo hanno un costo abbordabile, col bianco diventa un po’ più difficile riuscire a reperire una quantità tale da farne una cena a tema. Ma lo metto fra i miei “to do” per il futuro.