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La pasta di mandorle che voleva essere uno strudel

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Ingredienti

Calcola le porzioni:
200 g di pasta di mandorle
1 mele renette
2 cucchiai di uvetta sultanina
(in granella) 2 cucchiai di pistacchi
1 cucchiaio di pinoli
la buccia grattugiata di mezzo limone
mezzo bicchiere di grappa
un pizzico di sale
un pizzico di noce moscata
un pizzico di cannella in polvere
2 cucchiai di zucchero di canna
abbinamento vino
Albana di Romagna Passito

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La pasta di mandorle che voleva essere uno strudel

Caratteristiche:
  • cottura al forno
Cucina:

Christina Walters (Cameron Diaz): "Tesoro, non devi cercare l' uomo a lunga conservazione, devi cercare l' uomo usa e getta!" dal film La cosa più dolce, 2002

  • 25 minuti
  • Porzioni 4
  • Facile

Ingredienti

  • abbinamento vino

Istruzioni

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Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2021 by Cristina Perrone

C’era una volta un piccolo panetto di pasta di mandorle, che si sentiva solo lassù nella dispensa. C’erano solo freddi vasetti, pacchetti, nessuno con cui scambiare due parole. Una notte decise di fare qualcosa, allora si modellò due gambine, e saltellìn saltellòn scese fino ad arrivare alla tavola. Lì incontrò il cesto della frutta, e si fermò estasiato a guardarlo. Dentro c’erano banane, fragole, mele, kiwi, tutti con dei bei colori sgargianti. Ma furono le mele ad attirare la sua attenzione.

Timidamente le svegliò. Le piccole mele rosse gli chiesero come mai era lì e cosa voleva. Lui disse che si sentiva solo e giù di morale, perché lassù nella dispensa non aveva amici. Non parlava con nessuno, non veniva abbracciato da nessuno, era molto triste.

Allora le mele rosse si guardarono, sorrisero, e con aria complice si strizzarono l’occhio. Fecero un fischio, chiamarono l’uva passa e i pinoli che arrivarono correndo, e tutti insieme abbracciarono forte forte il panetto di pasta di mandorle. E per lui fu la notte più bella che potesse mai avere. Si allungò e si distese e, commosso, li strinse in un abbraccio avvolgendoli tutti, come a proteggerli, piangendo dalla gioia dolci lacrime di zucchero.

Non importa quanto diversi si possa essere, da che posto veniamo, come siamo colorati o se siamo grandi o piccoli, lunghi o corti, grassi o magri… l’amore è sempre la cosa più dolce!

Mi piaceva l’idea di far sposare una strepitosa pasta di mandorle siciliana con il classico ripieno dello strudel trentino. Complice un acquisto di un panetto di pasta di mandorle e granella di pistacchi di Bronte che mi ero fatta arrivare online da Palermo, mi sono messa a rimuginare cosa potessi fare.

Non avevo punto voglia di fare i solitissimi dolcetti di pasta mandorle, e mentre vagavo con lo sguardo per la cucina, ho visto le mele e… ed è venuto da solo! Non avevo la minima idea di come farlo o di come lavorarlo, ma ci ho provato, e il risultato è stato veramente molto particolare e moltissimo buonissimo (sì lo so non si può dire!)

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Steps

1
Fatto
30'

il ripieno

Se ci sono bambini niente uvetta ammollata nel liquore ma usiamo il latte. Siccome bimbi non ce ne sono, ho usato tranquillamente una buonissima grappa di Amarone che praticamente parlava da sola per come era buona e aromatica, e lì ho messo a bagno l'uvetta per una trentina di minuti! Il ripieno è quello classico dello strudel. Ovviamente non avendo l'involucro di pasta dove farlo cuocere, l'ho semplicemente fatto cuocere in un cartoccio di carta forno, non potevo usare la pasta di mandorle. Per cui ho preso la mela, che ho pulito e tagliato a cubetti, e ho aggiunto tutti il resto degli ingredienti.

Mescoliamo il nostro composto, mettiamo in una piccola teglia un grande foglio di carta forno, mettiamo il composto, e chiudiamolo a cartoccio. In questo modo emuleremo l'involucro del classico strudel. Se poi avremo l'accortezza di fare i cubetti di mela un po' grandi e un po' piccoli, i piccoli si scioglieranno creando una specie di marmellata, i grandi rimarranno interi e avremo diverse piacevoli consistenze. Inutile dire il profumo che si spanderà per casa. Forno a 180° o giù di lì, e facciamo cuocere dai 15 ai 25 minuti, come dico sempre dipende dal proprio forno.

ATTENZIONE AVVISO IMPORTANTE!

Se vogliamo che il nostro piatto riesca veramente bene, il cuoco deve sottoporsi alla tortura di dover, mentre il composto cuoce in forno, sedersi comodamente su una sedia o ancora meglio su un divano davanti al camino, terminare le uvette residue, e sorseggiare con voluttà la grappa restante, che avrà preso quel sapore caratteristico dell'uvetta. Se non facciamo questo, il piatto potrebbe anche non riuscire!!!

2
Fatto
20'

stendiamo la pasta di mandorle

La cosa più semplice del mondo: prendiamo un pezzetto di pasta di mandorle, deve essere fredda di frigorifero perché continuando a maneggiarla si scalda e si fa fatica a lavorarla. La mettiamo fra due fogli di carta forno e via col mattarello. Appiattiamola allo spessore che ci è più congeniale. Io l'ho fatta molto sottile. Tanto per fare delle prove, una parte l'ho coppata  a cerchio, l'altra l'ho tagliata quadrata.

In effetti non avevo bene in mente come farla, per cui quella quadrata l'ho arrotolata, proprio come fosse uno strudel, e quella tonda ne ho fatto una specie di raviolo ripieno. Una volta preparate le forme, le lasciamo in mezzo a due fogli di carta forno, le mettiamo in un piatto e le lasciamo in frigo. Perché il ripieno dovrà raffreddarsi per bene e ci vuol tempo, mica vogliamo rischiare di far sciogliere la pasta di mandorle?

3
Fatto
10'

componiamo i dolci

Ed eccoci alla fine, pochi passaggi ma un dolce che ha veramente una marcia in più! Una volta che abbiamo tolto dal forno il ripieno e lo abbiamo fatto ben raffreddare, evitando di passare sempre vicino per avere la scusa di assaggiarlo e sentire se brucia, creiamo i nostri dolci!

Mettiamo il ripieno nel mezzo della sfoglia, (fatta nella forma che più ci piace) e chiudiamolo. Punto. Finito. Velocissimo. Ho spolverato sulla superficie del cacao amaro, per contrastare la dolcezza (veramente eccessiva per me) della pasta di mandorle. Non vogliamo aggiungere un'altra spolverata di granella di pistacchi? Aggiungiamola perché ci sta benissimo!

Il connubio fra cacao amaro, acidità della mela, e tutto il resto del ripieno, ha smorzato il dolce stucchevole, e ha esaltato la pasta di mandorle, che assieme al ripieno non si sono coperti l'un l'altro ma anzi, si sono fusi in un tripudio di profumi e sapori.

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