Ingredienti
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500 g di fave secche
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2 foglie di salvia
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2 rametti di rosmarino
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qb sale e pepe
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qb olio EVO
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abbinamento vino
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Castel del Monte DOC
Istruzioni
Ultimo aggiornamento il 22 Settembre 2021 by Cristina Perrone
La purea di fave secche a maggio? Tempo uggioso, tempo da lupi… siamo a primavera inoltrata e invece che pensare ad insalatone e piatti freschi, si va a recuperare il golfino. E visto che il tempo non aiuta, ho pensato che forse era il caso di fare un piatto tipico della tradizione povera pugliese. Un piatto che da piccolina dovevano farmi mangiare a forza, che odiavo da morire, ma che adesso per me è il piatto del ricordo, oltre che a piacermi tremendamente.
Strano come si cambia vero? Anche i gusti personali sono soggetti non a mutamenti, ma a degli autentici tsunami! Avrò almeno 25 o 30 alimenti che odiavo e che adesso amo visceralmente, e altrettanti che amavo e che adesso non posso soffrire. Una volta, quando ero piccina, non mi ricordo chi mi disse che le nostre cellule cambiano ogni 7 anni circa, e quindi anche noi cambiamo di conseguenza, gusti compresi. Non so se ha una qualche valenza scientifica, non so se è una diceria, non so se mi hanno raccontato una frottola o meno, ma ancora adesso che sono… diciamo grandina… credo a questa cosa come se fosse il sacro Graal.
Incredibile come le cose che ti dicono da piccina ti rimangano impresse nella mente. Io ci trovo una valenza reale, perché tutti noi cambiamo, siamo in continua evoluzione, perché non cambiare anche i nostri gusti? Ma lasciamo stare i discorsi troppo filosofici.
Pensiamo a quando l’altra sera mi era venuta voglia di qualcosa di molto ma molto rustico, e caldo, e invernale. Ed ecco come sono arrivata alla purea di fave secche. E’ un mangiare molto semplice, quasi primordiale, ma ogni tanto si ha voglia proprio di questi gusti, una specie di ritorno alla natura e alla semplicità. Buonissima fra l’altro servita con uno stinco alla birra e della farinata genovese. Un piatto sostanzioso ma deliziosissimo!
[Edit: con la purea di fave secche ho anche fatto un primo piatto di pesce che era strepitoso. Le orecchiette cozze e vongole su crema di fave secche. Tassativamente da provare!]
Steps
1
Fatto
13 ore e mezza
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prepariamo e serviamoLa notte prima mettiamo le fave a bagno in una ciotola con acqua, come tutti i legumi secchi hanno bisogno di essere ammorbiditi 12 ore circa lasciandoli a bagno per una notte. Il giorno dopo le scoliamo, le sciacquiamo, e le mettiamo in una pentola. Aggiungiamo tanta acqua quanta ce ne vuole per coprirli del tutto, e accendiamo il fuoco. Non aggiungiamo sale, che va aggiunto solo a fine cottura. E il grosso del nostro lavoro è finito, perché l'unica cosa che dovranno fare le nostre fave è continuare a cuocere a fiamma bassissima fino a che non saranno diventate una purea. Controllate durante la cottura, giusto per vedere che l'acqua non sia evaporata troppo se no si rischia di farle attaccare alla pentola e bruciarle, e ogni tanto diamo una mescolata. Mettiamo gli aromi dopo una mezz'ora circa di cottura, e continuiamo a cuocere. Ci vorrà circa un'ora e mezza di lenta, lentissima cottura a fuoco molto basso perché si sfaldino e assomiglino a una crema. La purea non sarà liscissima perché rimarranno qui e là alcuni pezzettini di fave. C'è chi consiglia l'uso del minipimer, una passata e diventa cremosa, io a seconda dell'estro a volte preferisco la versione rustica sentendo sotto i denti qualche pezzettino rimasto nella purea oppure a volte la frullo. E' d'obbligo servirla con un ottimo olio EVO e una spolverata di pepe. In puglia la servono con la cicoria ripassata, che col suo amarognolo ci sta divinamente. Noi in famiglia facevamo il piatto unico in questo modo: la purea di fave, la classica cicoria, a volte solo lessata a volte ripassata in aglio e olio, e degli anelli di cipolla tagliati sottili soffritti fino a che non si cuociono. Un piatto scaldacuori incredibile! |